Provate ad immaginarvi biberon colmi del nettare di Bacco e pomeriggi passati a giocare con i piccoli "Nimel"...
Pura fantasia, ma ogni volta che penso all'infanzia del vero "arsan" (trad. reggiano), non posso fare a meno che rivolgere la mente ai pilastri della cucina reggiana.
Come ogni tradizione che si rispetti, anche quella della mia cittadina emiliana, presenta aspetti unici; primo tra tutti, a mio parere, è "al nimel", ovvero il maiale. Sembra quasi che vi sia una sorta di venerazione verso questo animale e, se pensiamo alle prelibatezze che generosamente ci offre, non possiamo dare torto a questo sentimento reggiano: prosciutto crudo, prosciutto cotto, coppa, mortadella, salame, cotechino, ciccioli (chi li apprezza avrà sicuramente sussultato in questo istante), strutto e lardo; quest'ultimo è, tra l'altro, un elemento fondamentale per molte ricette del territorio.
E quando il reggiano doc vuole accompagnare i prodotti saporiti del "nimel" con la bevanda giusta, opterà sicuramente per un "Lambrosch" (trad. Lambrusco) dal colore profondo e dal gusto deciso.
Non possiamo certamente scordare il celeberrimo Parmigiano Reggiano, uno dei motivi di "rivalità" tra la cittadina reggiana e Parma; così prezioso, per la gran cura che il casaro impiega nella sua produzione (almeno 12 mesi di stagionatura), che persino il Boccaccio lo nomina nel suo Decamerone.
Ma è durante un tipico pranzo domenicale che ci si può imbattere (BISOGNA imbattersi) nei "Cappelletti" in brodo! La sfoglia, ruvida e sottile, avvolge il pesto di carne come in un abbraccio: impossibile resistere all'assaggio del soggetto quando ancora è crudo, disteso con i fratelli sul piano di legno; il brodo, per essere ad hoc, deve avere gli "occhi", ovvero presentare i segni grassi del cappone o della gallina utilizzati per prepararlo.
Molti altri sono i prodotti tipici reggiani, come l'erbazzone, le chizze, LO gnocco (al forno e fritto), i tortelli verdi, ecc.
L'arte culinaria della zona, come d'altronde quella di tutte le province italiane, è unica nel suo genere: un connubio di sapori forti, decisi, saporiti, genuini, che sanno di tradizione.
Se la dietologa vi ha messo all'ingrasso (beati i fortunati), sicuramente i prodotti reggiani vi daranno una mano e in poche settimane raggiungerete il vostro peso forma!
Scherzi a parte, colgo l'occasione per invitare ogni italiano a tutelare i prodotti del nostro territorio, facendo attenzione al paese di provenienza di ogni nostro acquisto, perché abbiamo un patrimonio unico al mondo e i benefici di questa fortuna li potremo notare solo se li difendiamo. E' anche un nostro dovere.
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